Articolo del 05/02/2024
A dicembre 2023 le persone con più di 65 anni rappresentano quasi un quarto della popolazione generale. Con l’avanzare dell’età iniziano a presentarsi disturbi della memoria, attenzione, concentrazione, abilità esecutive e di risposta agli stimoli.
Esiste un invecchiamento diciamo “normale parafisiologico”, determinato da perdita o riduzione di neuroni cerebrali ed anche da una modificazione della tipologia dello stile di vita (meno stimoli, minore attività sia motoria che intellettuale, minore socialità).
L’invecchiamento patologico compromette le varie funzioni (domini) cognitive, comportamentali, affettive con esito in graduale progressiva alterazione funzionale globale. Si può instaurare in tal modo il quadro di demenza.
Come è possibile individuare le forme di demenza? Quali sono le tappe diagnostiche da seguire?
Approfondiamo l’argomento con la Prof.ssa Ada Francia e il Dottor Mauro Giannini, neurologi in Ars Medica.
I disturbi neurocognitivi o demenze possono classificarsi in vario modo: secondo la zona cerebrale interessata, il decorso, la presenza di comorbidità.
Più usata e corretta è la distinzione di forme dementigene in:
–degenerative, tra cui malattia di Alzheimer, demenza frontotemporale, paralisi sopranucleare progressiva, demenza, Parkinson, demenza a corpi di Lewi, idrocefalo normoteso;
–vascolari;
–miste (degenerative-vascolari)
La visita neurologica è fondamentale?
È estremamente importante effettuare una diagnosi clinica che distingua il quadro patologico (demenza) dall’invecchiamento, che possa definire, se possibile le eventuali cause, discriminare un altro aspetto legato ai disturbi dell’umore, presenti nel quadro demenziale, ma che spesso possono mimare un decadimento cognitivo non legato a patologie organiche strutturali (pseudodemenza).
Quali sono gli step diagnostici da seguire?
La visita neurologica, è indispensabile, è l’esame obiettivo che permette di agire come spartiacque tra le varie forme cliniche.
Alla visita devono far seguito:
1-esami ematici di laboratorio;
2-diagnostica per immagini (RM PET);
3-valutazione neurocognitiva che possa fornire.
Quest’ultima può fornire:
-informazioni precise su quali domini cognitivi siano coinvolti;
-progettare interventi riabilitativi;
-dare indicazioni sulla gestione del paziente e sulla sua quotidianità;
-essere di sostegno ed aiuto al care-giver.
In caso di diagnosi precoce, il paziente può iniziare le terapie farmacologiche prima che la malattia abbia raggiunto uno stadio avanzato, con benefici maggiori per la salute e la qualità della vita.
In Ars Medica nel cuore di Roma Nord, è possibile seguire i pazienti dalla prima visita e durante tutti controlli successivi, grazie al lavoro di squadra effettuato dai nostri specialisti, e dall’approccio interdisciplinare è possibile individuare precocemente tutti i tipi di disturbo.