risonanza magnetica ad alto campo

Articolo del 18/12/2024

Una Nuova Frontiera per individuare le patologie neoplastiche

La risonanza magnetica ad alto campo è uno strumento ad alta tecnologia della Diagnostica per Immagini, che ci permette di individuare patologie di diverso tipo, oncologiche piuttosto che infiammatorie, di numerosi sistemi del nostro organismo.

Cos’è la risonanza magnetica ad alto campo? Perché può essere considerata ad alto campo?

Approfondiamo l’argomento con il Dottor Armando Fusco, responsabile della Diagnostica per Immagini della clinica Ars MEDICA.

Esistono diversi tipi di risonanza magnetica in relazione a quella che è l’intensità del campo magnetico che sfrutta appunto la risonanza come tecnica di imaging.
I macchinari ad alto campo ci permettono di avere un ampio spettro di possibilità diagnostiche sicuramente superiori rispetto a quanto invece ci può dare un macchinario a basso campo.

In Ars Medica abbiamo un macchinario, un tomografo che lavora su un magnete da 1 tesla e mezzo che, può essere definito ad alto campo così come ad alto campo possono essere definiti macchinari che utilizzano campi magnetici a tre tesla.
Tutto ciò che è al di sotto è considerato basso campo

La risonanza magnetica può rilevare qualsiasi malattia?
La risonanza magnetica ad alto campo, ha la possibilità di individuare un ampio spettro di alterazioni patologiche.
Ci sono dei sistemi, degli organi, che vengono studiati molto meglio con la risonanza piuttosto che con altre tecniche di imaging, ad esempio il sistema nervoso centrale o la prostata, ma anche è molto utile per la caratterizzazione di alcune problematiche epatiche piuttosto che del pancreas.

La risonanza magnetica ad alto campo, è un esame molto importante per la protezione di terzo livello del cuore, è l’unica tecnica di imaging che ci permette di fare diagnosi di miocardite piuttosto che di malattie d’accumulo del miocardio.
La risonanza magnetica ad alto campo, è molto preziosa per noi specialisti in imaging e chiaramente per alcuni tipi di organi, per esempio il polmone, per il quale andiamo a utilizzare tecniche come la TC che sono molto più sensibili ad individuare le patologie polmonari.

La risonanza magnetica non utilizza radiazioni ionizzanti, ma utilizza un campo magnetico e degli impulsi a radiofrequenza per generare le immagini che non sono iatrogene, cioè  quindi che non recano un danno ai tessuti biologici.
L’’utilizzo delle radiofrequenze genera un rumore nella macchina, durante l’esame, che può infastidire il paziente.
Qui in Ars Medica abbiamo la possibilità di ridurre il rumore di fondo ovviando attraverso l’utilizzo di specifiche cuffie, che forniamo al paziente prima di fare l’esame, per attutire il rumore.
La risonanza magnetica ad alto campo è un macchinario che ha un foro, chiamato gantry, all’interno del quale il paziente deve entrare, che generalmente può generare una sensazione di claustrofobia, per eliminare questo disagio, qui in clinica possiamo aiutare i nostri pazienti attraverso un servizio di sedazione dedicato che permette di superare questo disagio.

La risonanza magnetica è pericolosa?

La risonanza magnetica non utilizza radiazioni ionizzanti quindi non utilizza come la TC o come le radiografie i raggi X che hanno un impatto sul DNA delle cellule e quindi sono potenzialmente pericolose.

La risonanza magnetica ad alto campo utilizza dei campi magnetici e delle radiofrequenze che sono uno spettro di onde elettromagnetiche che non hanno una quantità di energia tale da riuscire a dare dei danni biologici, al DNA delle cellule.

Quali sono le nuove frontiere della diagnostica per immagini per individuare le malattie oncologiche?

La patologia oncologica rappresenta uno dei principali target di diagnosi precoce della risonanza magnetica, poiché grazie a questa tecnica possiamo individuare precocemente ad esempio a livello della prostata, tutte le neoplasie in stato precanceroso o comunque in stati estremamente iniziali di degenerazione cancerosa che possono così essere inquadrate in modo molto preciso, parliamo anche di neoplasie di 4-5 mm.

Grazie alla risonanza magnetica è possibile arrivare alla diagnosi in modo molto precoce, permettendoci di poter instaurare un piano terapeutico che sia il più efficace e meno invasivo.
La risonanza magnetica è anche molto importante per individuare e per caratterizzare il tumore della mammella ad esempio per andare a valutare quelle che sono le multipli foci di neoplasia a livello della seno, cosa che la risonanza riesce a fare in modo molto più dettagliato rispetto a quanto non possano fare le altre metodiche di imaging.

Qui in Ars Medica siamo a in grado di studiare molto bene la patologia neoplastica del sistema nervoso piuttosto che alcune patologie neoplastiche sia del pancreas che del fegato, oppure del sistema riproduttivo femminile, come per esempio il tumore dell’ovaio.
La risonanza magnetica ad alto campo permette di caratterizzare molto bene le lesioni sia dal punto di vista dimensionale che strutturale, proprio perché questa tecnica ci dà la possibilità di avere immagini con un’alta risoluzione di contrasto permettendoci di definire e discriminare molto bene i diversi tessuti all’interno di questi processi patologici di tipo neoplastico e quindi a caratterizzare molto meglio tutte le lesioni rispetto a quanto non si possa fare con altre tecniche di imaging.
“Grazie alla presenza di equipe multidisciplinare in Ars Medica abbiamo la possibilità di confrontarci con clinici che hanno delle competenze specifiche per quella che sono le problematiche di tipo neoplastico penso ad esempio il team di urologi altamente qualificato, per quanto riguarda tutte le patologie della prostata, ma anche il team di neurologia e il team di chirurghi oncologi.

É sempre necessario il mezzo di contrasto?

Grazie al mezzo di contrasto è già possibile vedere qualcosa in più con la risonanza magnetica, perché oltre a darci una valutazione, quindi una caratterizzazione dei tessuti dei nostri organi, ci aiuta anche a valutare quella che è la vascolarizzazione di alcuni organi.
Dopo la somministrazione di mezzo di contrasto, infatti è possibile vedere come quest’ultimo arriva all’interno di alcune lesioni e tutto ciò ci aiuta ad individuare ed a caratterizzare meglio la lesione.

Il mezzo di contrasto è fortemente consigliato lì dove il clinico necessità di avere questa preziosissima informazione che altrimenti potremmo non avere.
Il mezzo di contrasto, è sconsigliato per esempio nei pazienti che hanno avuto delle reazioni allergiche accertate per i quali sarebbe possibile fare una terapia di desensibilizzazione.
Fare una risonanza magnetica senza mezzo di contrasto può essere indicato per questi pazienti, consapevoli del fatto che potremmo non avere delle informazioni molto importanti.

Il mezzo di contrasto è molto utile ad esempio alla caratterizzazione di lesioni ossee.

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