Articolo del 30/06/2023
L’intervento di artroprotesi totale dell’anca con tecnica mininvasiva con accesso anteriore è una tecnica chirurgica complessa ed articolata: grazie a questa tecnica chirurgica la protesi viene impiantata attraverso una piccola incisione longitudinale. Per poterla effettuare correttamente occorre una curva di apprendimento piuttosto lunga che va ben oltre qualche anno di esperienza: ogni passaggio richiede grande pazienza ed attenzione per rispettare tutte le strutture anatomiche.
Ne parliamo con il Dottor De Peppo, e il Dottor Cammarano ortopedici della clinica Ars Medica, che in Italia hanno la più lunga esperienza con questa tecnica chirurgica avendo iniziato ad utilizzarla routinariamente nel 2002, con migliaia di casi operati.
Ma come riesce il chirurgo ad operare attraverso una finestra di meno di 10cm?
È importante tener presente che la visione cambia con l’avanzare dei passaggi ed il chirurgo cambiando la posizione dei suoi strumenti dedicati a tale tecnica chirurgica, crea di volta in volta la giusta finestra per avere la migliore visione della zona su cui sta lavorando. Nella prima fase, l’approccio al cotile, con questa via chirurgica si ottiene una visione ottimale grazie alla finestra chirurgica che si affaccia proprio in direzione dell’acetabolo e ciò consente il posizionamento ottimale della componente protesica acetabolare, che influenza grandemente il funzionamento e la stabilità della protesi. La situazione cambia quando si affronta la seconda fase, la preparazione del femore. Approcciarlo dal lato anteriore (caratteristica esclusiva di questa via chirurgica) esige una grande esperienza per via della difficile esposizione della parte prossimale del femore. Con un apposito strumentario ed una tecnica di release progressivi esclusivamente capsulari, il chirurgo può preparare l’alloggiamento della protesi nella parte prossimale del femore senza incidere o tagliare le strutture muscolo-tendinee dell’anca, nel modo più accurato, garantendo in tal modo la massima ed immediata stabilità dell’impianto. Ma ciò necessita evidentemente di un grande bagaglio tecnico chirurgico maturato negli anni con diverse migliaia di casi operati: affrontare questo tipo di chirurgia all’avanguardia senza una adeguata esperienza e preparazione tecnica può essere pericoloso.
Quali sono i casi in cui è necessario operare?
Tutti i casi in cui è presente un quadro di coxartrosi con dolore e/o limitazione articolare dell’anca ed i casi di necrosi avascolare della testa del femore. Anche i pazienti anziani con frattura prossimale sottocapitata del collo del femore si possono fortemente avvantaggiare dell’uso di questa tecnica in urgenza ottenendo un rapidissimo recupero funzionale, particolarmente importante in questi pazienti
Quali sono i vantaggi della protesi d’anca con accesso mininvasivo anteriore?
A differenza delle tecniche tradizionali, l’accesso anteriore permette di non tagliare i muscoli o i tendini, ma di divaricarli, con grandi vantaggi per il paziente: in primo luogo grazie a questa tecnica è possibile ridurre le perdite ematiche ed il dolore post-operatorio permettendo di iniziare la deambulazione e la salita e discesa delle scale il giorno seguente l’intervento. Preservare la muscolatura dei glutei e dei rotatori dell’anca consente inoltre di ottenere una immediata stabilità dell’articolazione riducendo al minimo il rischio di lussazione, la complicanza più temibile dell’intervento con tecnica tradizionale. Tra gli altri vantaggi ci sono una rapida ripresa delle attività della vita quotidiana ed un minor periodo di utilizzo delle stampelle e, forse il vantaggio più importante, nessuna necessità di eseguire la tradizionale riabilitazione con il ricovero in strutture dedicate
Quali sono i tempi di recupero post operatorio?
Questa tecnica chirurgica mininvasiva consente un rapidissimo recupero funzionale.
In Ars Medica i pazienti iniziano il percorso rieducativo con esercizi di recupero della propriocezione già il mattino dopo l’intervento seguiti dalla nostra fisioterapista particolarmente esperta nella rieducazione dell’anca. Nella stessa giornata iniziano il cammino e la salita e discesa delle scale, protetti con i bastoni canadesi, sotto la diretta supervisione del chirurgo operatore. Solitamente il periodo di ricovero è di soli 3/5 giorni, dopo i quali il paziente può tranquillamente rientrare a casa, avendo recuperato una completa autonomia negli spostamenti. Questo consente di recuperare più rapidamente il proprio stile di vita.
Affidarsi quindi ad un’équipe di esperti in questa tecnica è la cosa giusta da fare quando si sceglie di sottoporsi ad un intervento di protesi d’anca con tecnica mini invasiva anteriore.
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