Articolo del 21/06/2024
L’osteoporosi è una patologia contraddistinta da dolore alle ossa che condiziona la vita. Si tratta di una patologia molto diffusa in Italia. Basti pensare che coinvolge circa l’8% della popolazione italiana. Questa percentuale aumenta progressivamente arrivando a toccare circa il 30% delle persone over 74.
Come comprendere se il dolore osseo è associato all’osteoporosi?
Come diagnosticare questa patologia?
Ne parliamo con il Dottor Athos Gentile, direttore sanitario della casa di cura Ars Medica e della Clinica Arsbiomedica e responsabile della Medicina interna e della Geriatria in Ars Medica.
Cosa è l’osteoporosi?
L’osteoporosi è una malattia dello scheletro caratterizzata da una riduzione della massa ossea ed in particolare da un deterioramento della struttura microtrabecolare con cui le ossa stesse sono formate.
La malattia rende più fragili le ossa e la fragilità ossea porta frequentemente a fratture anche dovute a microtraumi o anche a fratture spontanee. Un osso depauperato del tono calcico, come ad esempio una costola, si può fratturare con uno starnuto; oppure un dolore di schiena acuto che si perpetra nei giorni successivi può essere determinato da un crollo vertebrale su base osteoporotica.
Il paziente nelle fasi iniziali quello che prova frequentemente è il dolore: l’osso privo di tono calcio fa male.
Qual è può essere la causa dell’osteoporosi?
Tra i fattori principali dell’osteoporosi possiamo sottolineare l’impatto dell’immobilità sul corpo umano.
Infatti l’immobilità accelera un processo di decalcificazione ossea. Basti pensare che in un paziente, anche giovane, che ha subito una frattura traumatica, per esempio di un braccio, si vede chiaramente dalla prima radiografia eseguita che l’osso ha una densità normale, mentre dopo un mese che porta il gesso l’osso è completamente trasparente. Questo è dovuto proprio al fermo e all’immobilità dell’osso stesso.
A maggior ragione questo processo si innesca durante la terza età quando generalmente l’attività fisica diminuisce considerevolmente, causa effetti collaterali come i problemi scheletrici.
Quali sono i sintomi dell’osteoporosi?
Il deterioramento del tono e della densità ossea spesso ha un esordio subdolo in quanto in quanto il paziente confonde certi sintomi dell’osteoporosi con un generico mal di schiena o con dolori osseo articolari casuali. L’osteoporosi infatti è una malattia che solitamente si manifesta con l’avanzamento dell’età, principalmente nella donna nel post menopausa e nell’uomo con l’anzianità. Per questo sintomi banali non devono essere sottovalutati, come ad esempio:
- Mal di schiena;
- Una curvatura nella postura con perdita dell’altezza a causa del crollo delle vertebre;
- Facile affaticamento;
- Debolezza muscolare.
Perché l’osteoporosi ha bisogno di un centro multidisciplinare?
Il primo approccio diagnostico avviene tramite il filtro del medico internista o del geriatra, che è il primo che deve intuire la possibile insorgenza dela malattia osteoporotica. Anche altri specialisti sono spesso coinvolti nella diagnosi di questa patologia, come:
- L’endocrinologo;
- L’ortopedico, a cui il paziente si rivolge generalmente per i dolori legati alla colonna;
- Il ginecologo, poiché spesso la donna nel post menopausa lamenta dolori diffusi;
- Il reumatologo.
Come diagnosticare l’osteoporosi?
È cura del medico internista o degli specialisti sopraelencati prescrivere una serie di accertamenti diagnostici che aiutino a individuare la presenza di un quadro osteoporotico.
Tra questi:
- La densitometria ossea, anche nota come MOC;
- Le analisi del sangue, per valutare in particolare i livelli plasmatici di calcio e di vitamina D3.