osteosintesi femore

Articolo del 21/10/2024

Un Trattamento Essenziale per la guarigione delle fratture in età senile

L’osteosintesi è una tecnica chirurgica utilizzata per trattare le fratture ossee.

Il femore che è l’osso più lungo e robusto del corpo umano, e in particolare di quelle laterali del collo del femore, le fratture pertrocanteriche, tra le più frequenti e gravi nelle persone anziane.

L’osteosintesi consente di stabilizzare la frattura mediante l’impiego di dispositivi metallici come chiodi, placche o viti, che fissano i frammenti ossei nella posizione corretta fino alla comparsa del callo osseo e alla conseguente guarigione.

Ne parliamo con Il Dottor De Chiara, ortopedico e esperto in traumatologia in Ars Medica

Le fratture laterali del collo del femore, o fratture pertrocanteriche, sono tra le più frequenti e gravi nell’età senile. Esse si verificano, nella gran parte dei casi per caduta accidentale e sono favorite dalla minor resistenza dell’osso dell’anziano per la perdita di calcio dovuta all’età o all’osteoporosi concomitante. Grazie all’osteosintesi, il trattamento chirurgico può favorire una corretta guarigione e ridurre i rischi di complicazioni, anche gravi, che fino a non molti anni fa rendevano particolarmente funesta la prognosi di queste fratture.

Nel brillante miglioramento di questa prognosi la parte del leone la fa l’organizzazione della struttura sanitaria sia accorciando al minimo i tempi tra la frattura e il trattamento chirurgico sia dando inizio immediatamente dopo alla riabilitazione motoria.

Operare un paziente con una frattura pertrocanterica entro 24-48 ore e iniziare una riabilitazione e una deambulazione precoci vuol dire abbattere di molto le percentuali di complicanze cardiache, circolatorie, respiratorie, urinarie, cerebrali, che spesso portavano il paziente a invalidità permanenti gravi, se non al decesso.

Come funziona l’osteosintesi del femore?

L’osteosintesi del femore è un intervento chirurgico, generalmente praticato in anestesia spinale o generale, in cui il chirurgo posiziona dispositivi metallici per fissare l’osso fratturato.

Le tecniche variano in base al tipo di frattura, ma i due metodi più comuni sono:

  • Osteosintesi con chiodo endomidollare: Un chiodo metallico viene inserito all’interno del canale del femore, stabilizzando l’osso dall’interno con l’ausilio di viti di vario calibro.
  • Osteosintesi con placca e viti: Una placca metallica viene fissata all’esterno del femore con l’ausilio di viti, mantenendo i frammenti ossei nella posizione corretta.

L’obiettivo della procedura è garantire la stabilità necessaria dei frammenti di frattura affinché il paziente possa essere immediatamente riabilitato e rapidamente messo in piedi in attesa che l’osso possa  guarire in modo corretto.

Negli ultimi anni numerosi sono stati i progressi di progettazione e costruzione dei mezzi utilizzati per l’osteosintesi, sia per quanto riguarda i materiali metallici che per quanto riguarda il disegno dei chiodi, delle viti e delle placche. Questi progressi hanno accentuato la tenuta dei materiali nell’osso consentendo maggior sicurezza nel sottoporre a carico l’osso fratturato e maggior rapidità dei tempi di recupero.

Osteosintesi al femore: quali sono in media i tempi di recupero?

Il recupero dopo un’osteosintesi del femore è un processo lungo, che varia molto in base all’età del paziente, alle sue condizioni di salute e alla sua capacità di collaborazione con i medici, il personale sanitario e soprattutto con il fisioterapista della riabilitazione.

Dopo l’intervento, il paziente viene generalmente monitorato per alcuni giorni in clinica. In questa fase si utilizzano farmaci antidolorifici e antinfiammatori per gestire il dolore, oltre a tutte le terapie necessarie a prevenire le complicanze. Contemporaneamente inizia la riabilitazione motoria, la cui importanza diviene rapidamente preponderante in questa fase per quanto riguarda il recupero generale del paziente.

Questo recupero avviene nelle settimane e mesi successivi, sempre con l’aiuto della fisioterapia riabilitativa.

La guarigione ossea in genere è completa dopo 2-3 mesi, ma la presenza dei mezzi di osteosintesi garantisce la “tenuta” del femore durante questo tempo.

Perché eseguire questo intervento in Ars Medica?

In Ars Medica eseguo questo intervento da molti anni. La Clinica garantisce quella qualità organizzativa necessaria, che consente l’immediata accoglienza del paziente tramite il Trauma Center gestito da un team di medici ortopedici esperti di traumatologia, la diagnosi immediata utilizzando i più moderni mezzi di imaging, l’assistenza di personale qualificato e addestrato alla gestione di questa tipologia di pazienti “fragili”, l’organizzazione dell’intervento entro le 24-48 ore dal trauma in una sala operatoria moderna e attrezzatissima con anestesisti rianimatori di grandissima esperienza e personale specializzato, la possibilità di una terapia intensiva postoperatoria gestita dagli stessi anestesisti rianimatori, la riabilitazione motoria precoce postoperatoria.

La collaborazione tra tutto questo personale sanitario migliora notevolmente la prognosi del paziente fratturato di collo femore e consente molto spesso un recupero ottimale da una delle fratture più gravi dell’età senile.

Operare in Ars Medica dà al chirurgo ortopedico grande sicurezza e al contempo l’orgoglio di far parte di un team altamente qualificato.

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